Dottorato

DOM. Cos'è un dottorato?
RIS. E' la continuazione degli studi dopo la laurea specialistica, indirizzata al settore della ricerca. Non si seguono più lezioni, bensì si impartiscono, e si effettuano studi e ricerche sugli argomenti commissionati, sempre seguiti da un docente di riferimento.

DOM. Quanto dura?
RIS. La durata ufficiale è di tre, quattro o cinque anni a seconda del particolare corso. Essa può essere allungata, ovviamente senza percepire più anni di borsa di studio, in particolari condizioni.

DOM. Percepisco uno stipendio?
RIS. No, però sono disponibili borse di studio, erogate mensilmente, equiparabili per frequenza ma non per cifra. Possono essere esterne al concorso di dottorato, offerte da ditte private oppure dall'Ateneo, assegnate al momento di partecipazione al bando.

DOM. Come si accede ai corsi di DdR? Dove trovo i bandi?
RIS. L'ammissione a numero chiuso si ottiene mediante concorso bandito sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (Concorsi ed esami). Dal 1999 ogni università fa un bando autonomo. Il ministero cerca di raccogliere i bandi su http://www.murst.it/Universi/dottorati/dottorati.htm, ma non è estremamente affidabile. Per l'Università degli Studi di Trieste vedere i relativi bandi a partire dal portale dell'Ateneo.

DOM. Posso iscrivermi a un DdR e a un corso di laurea o specializzazione?
RIS. No. Ciò è espressamente vietato dall'art. 11 della circolare ministeriale n. 357 del 5 febbraio 1986 il cui art. 11 recita: "Attese le finalità del dottorato e in conformità alle norme che lo disciplinano, è fatto assoluto divieto di contemporanea iscrizione ad altro dottorato, ad una scuola di specializzazione o ad un corso di laurea o di perfezionamento." Le motivazioni di questa norma risiedono nel costo per la collettività di uno studente sia di laurea che di dottoranto e pertanto lo Stato pretende un impegno esclusivo nell'attività. L'università sede amministrativa del DdR richiederà il diploma di maturità proprio per evitare questa opportunità. Per gli iscritti a corsi di specializzazione ad ordinamento non UE (ad esempio fisica sanitaria) la legge n. 398 del 30 novembre 1989 prevede la sospensione degli studi fino al completamento del corso di dottorato. Nel caso di scuole di specializzazione ad ordinamento UE (come quelle di medicina) bisogna scegliere tra le due opzioni perdendo l'opzione non scelta.

DOM. Quali sono i requisiti per accedere ad un dottorato di ricerca?
RIS. Bisogna possedere una laurea riconosciuta in Italia (di tipo vecchio, quella da minimo quattro anni, oppure la nuova laurea specialistica ai sensi dell'art. 6 comma 5 del decreto ministeriale 509 del 3/11/1999 ), oppure straniera non riconosciuta che viene esaminata direttamente dalla commissione ai soli fini dell'ammissione al DdR ai sensi dell'art. 6 comma 6 del decreto ministeriale 509 del 3/11/1999 . Ogni tanto capita che qualche università richieda una laurea specifica. La legittimità di questa richiesta non è ben chiara. L'art. 5 del decreto ministeriale 224 del 30/4/1999 e l'art. 6 comma 5 del decreto ministeriale 509 del 3/11/1999 richiedono solo la laurea per l'ammissione al concorso di dottorato. Tuttavia la legge 210 del 3/7/1998 lascia al regolamento dell'università il disciplinare l'ammissione al concorso. Inoltre spesso non è obbligatorio laurearsi entro la data di scadenza della presentazione domande ma viene consentito laurearsi entro una data posteriore fissata dal bando. Bisogna essere cittadini dell'unione europea (gli extracomunitari vedano l'apposita domanda). Gli ammessi al corso di DdR devono essere almeno tre come recita l'art. 2 del decreto ministeriale 30/04/1999. Nel bando è inoltre indicato chiaramente il termine e le modalità per la presentazione della domanda di ammissione al concorso (consigliamo di scegliere, se possibile, la raccomandata con ricevuta di ritorno in modo da avere una prova dell'avvenuta ricezione. Fax e posta elettronica non lasciano prove.). I titolari di assegni di ricerca spesso possono accedere al DdR in soprannumero se il regolamento locale lo consente però senza borsa di dottorato. In ogni caso la scelta dei requisiti di ammissione è lasciata alle singole università e quindi i bandi possono prevederne di diversi.

DOM. Mi consigliate il Dottorato di Ricerca in Italia (o all'estero) ?
RIS. La poca serietà di diversi settori dell'accademia, in balia dell'arbitrio baronale, scoraggia facilmente l'aspirante dottorando. Questi farebbe bene a considerare anche la scarsa spendibilità del titolo. Per quel che riguarda il primo problema, conviene informarsi bene sull'effettivo valore dei docenti del dipartimento, facendo ad esempio una ricerca bibliografica in biblioteca. Se i professori non hanno pubblicato o i loro articoli compaiono solo su riviste di dubbio spessore scientifico, sconsigliamo di intraprendere il dottorato in tale dipartimento. Controllate anche l'impatto delle pubblicazioni dei docenti nei lavori di altri ricercatori attraverso l'indice delle citazioni, se ne esiste uno per la vostra materia di studio. Esistono per fortuna isole felici in tutte le discipline (in alcune più che in altre): se la ricerca è la vostra strada cercatele, ma evitate assolutamente di sprecare tre (o più) anni in un dottorato-parcheggio. Fare il dottorato all'estero vi risparmierà lo scontro con il malcostume universitario ma renderà più arduo il già difficile problema di trovare un'occupazione in Italia. Infatti, una volta ottenuto il titolo, ci si trova di fronte ad atenei ed enti di ricerca saturi e ad un mondo del lavoro che per varie ragioni (alcune valide, altre meno) non sa che farsene di un dottore di ricerca. Per fortuna, se il dottore di ricerca ha speso gli anni di dottorato proficuamente, collaborando a livello internazionale e pubblicando su riviste specializzate, non avrà difficoltà a trovare un posto di lavoro in qualche remoto angolo del pianeta (di solito bene remunerato e con brillanti prospettive di carriera). In sintesi, la decisione spetta a voi, l'importante è avere le idee chiare. Il dottorato, se ben sfruttato, rappresenta una eccellente opportunità di ottenere una formazione superiore alla media; consigliamo a chi desidera percorrere questa strada di scegliere con cura la sede del corso e di tenere bene in mente che sarà forse costretto ad emigrare per trovare lavoro.

DOM. Ci sono differenze per i cittadini extracomunitari?
RIS. Di solito un corso di dottorato di ricerca prevede dei posti in soprannumero, pari alla metà arrotondata in eccesso dei posti ordinari, riservata a cittadini extracomunitari. Questi seguono le stesse procedure di accesso dei cittadini italiani e comunitari e sono trattati ugualmente in tutto, con l'eccezione che non hanno diritto ad una borsa di studio. Recentemente sono usciti però bandi che consentono a cittadini extracomunitari regolarmente in Italia di percepire ugualmente la borsa: in questo caso non partecipano per i posti in soprannumero ma per quelli ordinari. Oppure sono usciti bandi che non consentono ai cittadini extracomunitari di partecipare al DdR se non dimostrano di percepire una borsa di studio da altro ente.

DOM. In cosa consistono le prove concorsuali?
RIS. La commissione è formata tipicamente da tre docenti universitari (Presidente, Membro e Segretario). Le prove consistono tipicamente in una prova scritta (un tema, in domande a scelte multiple o in esercizi; può essere proposto un tema unico o più temi specifici tra cui scegliere) che deve venire sorteggiato tra tre buste sigillate a meno che l'esame non si stia svolgendo in sedi diverse e una prova orale che di solito include la prova di conoscenza di una lingua straniera. Recentemente sono stati banditi alcuni concorsi che prevedono soltanto la prova orale. Il concorso si deve comunque svolgere secondo le modalità previste dal decreto 487/94 e dal decreto 693/96 che regolano i concorsi nella pubblica amministrazione. Capita che il concorso si svolga dopo l'inizio dei corsi di DdR. In questo caso il dottorando riceve la borsa di studio calcolata dall'inizio virtuale indipendentemente dalla vera data di inizio delle attività a meno che il regolamento locale non stabilisca diversamente.

DOM. A chi posso chiedere i testi dei concorsi degli anni precedenti?
RIS. Per i dottorati in matematica e materie strettamente legate sono pubblicati ogni anno sul bollettino dell'Unione Matematici Italiani (una rivista giallo canarino formato A5). Per le altre materie ignoriamo ogni possibile fonte. Le alternative più fruttuose sono quelle di chiedere a dottorandi, di chiedere al coordinatore di dottorato (basta farsi dire il nome dall'ufficio dottorati) oppure di chiedere all'ufficio dottorati stesso magari allegando un bustone preaffrancato e preindirizzato.

DOM. C'è una borsa di studio?
RIS. I vincitori del concorso, se soddisfano i requisiti esposti sul bando di concorso del DdR, hanno diritto ad una borsa di studio. Metà dei posti messi a concorso possono non essere coperti da borsa di studio. Il tema della borsa di studio è trattato ampiamente in un settore a parte.

DOM. Come si svolge il dottorato di ricerca?
RIS. Le modalità variano da corso a corso e da sede a sede e sono fissate dal collegio dei docenti. Tipicamente il primo anno viene dedicato principalmente allo studio, con la finalità di approfondire le tematiche attinenti al proprio tema di ricerca. È anche previsto che si seguano dei corsi; in alcune sedi esistono dei veri e propri corsi dedicati ai dottorandi, in altre vengono seguiti dei normali corsi universitari (insieme ai normali studenti). Durante gli anni successivi al primo l'attività è prevalentemente di ricerca. Gli ultimi mesi sono dedicati alla stesura della tesi. Durante il DdR sono spesso previsti dei seminari a cui i dottorandi sono tenuti a partecipare nella veste di ascoltatorio di relatori. Il dottorando non è un lavoratore dipendente (né un lavoratore) e pertanto non è soggetto ad alcun orario, non ha diritto ad alcun periodo di ferie né di malattia (salvo sospendere il corso per malattia).

DOM. Bisogna sostenere esami o frequentare?
RIS. Alla fine di ogni anno i dottorandi devono presentare una relazione particolareggiata, scritta e a volte anche orale, sull'attività svolta. Sulla base di tale relazione il collegio dei docenti, "previa valutazione della assiduità e dell'operosità dimostrata dall'iscritto", ne propone al rettore l'esclusione dal corso od il passaggio all'anno successivo. In alcune sedi sono previste anche relazioni quadrimestrali. Inoltre taluni DdR richiedono degli esami alla fine di corsi obbligatori stabiliti dal collegio docenti da svolgersi solitamente durante il primo o secondo anno. Riguardo alla frequenza per tutti i dottorandi, indipendentemente dalla borsa di studio, sussiste l'obbligo di frequenza secondo le modalità stabilite dal proprio Collegio Docenti; pertanto questo obbligo varia moltissimo da sede a sede (si va da nessuna frequenza a parecchie ore al giorno tutti i giorni) e conviene informarsi presso il coordinatore o i dottorandi qualora si voglia eventualmente lavorare durante il dottorato.

DOM. C'è un esame finale?
RIS. Secondo il nuovo regolamento D.P.R. 387 del 3/10/1997, dopo la fine del terzo (o quarto) anno, consegnata la tesi di dottorato entro una data stabilita dal collegio docenti e dal regolamento dell'Università presumibilmente intorno alla fine di ottobre, (ma si può chiedere una deroga di un anno, vedi punto 2.18), che può anche essere redatta in lingua straniera previa autorizzazione del proprio collegio docenti, il rettore dell'Università presso cui ha sede amministrativa il corso di DdR nomina entro il 31 dicembre le commissioni esaminatrici per l'esame finale, la cui data di svolgimento deve essere entro due mesi dalla nomina: quindi l'esame finale deve essere fatto sempre prima del primo marzo. La commissione è solitamente composta da tre docenti universitari del settore attinente il DdR che non siano membri del medesimo collegio docenti né siano stati commissari dei concorsi d'ammissione vinti dai candidati (Parere del Consiglio di Stato del 29/01/1992). L'esame può essere ripetuto una sola volta se va male secondo l'art. 6 del regolamento 30 aprile 1999. Dopo aver sostenuto l'esame, si ha diritto immediatamente al titolo e l'Università stessa provvede al suo rilascio e a consegnare due copie della tesi presso le biblioteche nazionali di Firenze e Roma.

DOM. Si può sospendere il DdR ?
RIS. Secondo la circolare 3 maggio 1994 e il parere del Consiglio di Stato, seconda sezione del 29/1/1992 n. 1173/91 il DdR può essere congelato in caso di maternità, obblighi di leva, malattia o approfondimento necessario per la tesi. Il congelamento secondo la circolare dovrebbe essere solo per un anno alla volta, non di più e non di meno; comunque quella circolare ha molti punti caduti in disuso a causa del regolamento del 30 aprile 1999 e quindi si potrebbe provare a chiedere una proroga per meno di un anno, specialmente chi avrà una commissione esclusivamente per lui. Maggiori approfondimenti su maternità e servizio militare nella sezione apposita.

DOM. Come si può ottenere l'equipollenza di un DdR estero in Italia o di un dottorato italiano all'estero?
RIS. Innanzitutto al momento (aprile 2001) il Dottorato di Ricerca non ha valore ufficiale in Italia. I 10 punti nei concorsi da ricercatore sono stati tolti anche se la commissione deve comunque valutare il DdR tra i titoli (ma così come dovrebbe valutare un Ph.D. straniero). Pertanto prima di intraprendere la procedura di equipollenza sarebbe opportuno valutarne la convenienza. L'equipollenza del dottorato è garantita dal D.P.R. n. 382 dell'11/7/1980 art.74.
La domanda di equipollenza deve essere inoltrata all' Ufficio X SAUS MURST Piazza Kennedy, 20 00144 Roma tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. È opportuno indicare come residenza il proprio indirizzo all'estero per essere esentati da un'ulteriore gabella. In fondo alla domanda si deve fornire un indirizzo in Italia per eventuali comunicazioni. I documenti da allegare alla domanda sono:

  • Fotocopia del diploma di laurea.
  • Fotocopia autenticata dal consolato di competenza del diploma di dottorato.
  • Traduzione autenticata dal consolato di competenza del diploma di dottorato.
  • Dichiarazione di valore rilasciata dal consolato di competenza che menziona la durata del periodo di dottorato (questa durata non costituisce un vincolo). In generale questa viene fornita dal consolato sulla base di una dichiazione dell'istituzione presso la quale è stato svolto il dottorato che menziona tipo e durata dell'attività.
  • Elenco delle pubblicazioni prodotte durante il corso di dottorato.
  • Fotocopia del tesserino del Codice Fiscale.
  • Fotocopia della carta di identità (o passaporto).
  • Marca da bollo da Lit. 20000 in busta sigillata (si consiglia si spillare la busta alla domanda perché si sono verificati casi di smarrimento). Non si vendono marche da bollo nei consolati. Occorre importale dall'Italia.

Passano da tre a sei mesi tra la presentazione della domanda e la pubblicazione del decreto ministeriale di equipollenza sulla Gazzetta Ufficiale. Vedi inoltre le pagine del GOL ADI-Estero, che contengono queste stesse informazioni ed in più schemi per le domande. A riguardo del problema opposto (riconoscimento del DdR all'estero), in molti paesi civili l'equipollenza è data per scontata. Nel malaugurato caso che sia necessaria una certificazione ci si può rivolgere al CIMEA, un organismo privato che si occupa di informare della comparabilità dei titoli al fine del riconoscimento. Per ottenere una certificazione contattare CIMEA, Viale Ventuno Aprile, 36 - 00162 ROMA; Tel: 06.86321281; Fax: 06.86322845; Email cimea@fondazionerui.it; WWW www.fondazionerui.it/cimea.html.

DOM. Quando ci si può fregiare del titolo di Dottore di Ricerca o Ph.D. ?
RIS. Immediatamente dopo avere sostenuto con esito positivo l'esame finale, la commissione giudicatrice rilascia un certificato provvisorio che da diritto a fregiarsi del titolo di Dottore/Dottoressa di Ricerca. Per quanto riguarda il titolo di Ph.D. ci giungono voci che secondo un regio decreto tuttora in vigore (che purtroppo non abbiamo) nel Regno non è permesso usare titoli accademici stranieri che non siano stati preventivamente legalizzati. Anche all'estero sconsigliamo di usare titoli diversi da dott. e dott.ric. in quanto potrebbero esserci leggi o sentenze analoghe.

DOM. A cosa serve il titolo di dottore di ricerca?
RIS. Il titolo di dottore di ricerca servirebbe, nelle intenzioni del legislatore, a certificare che il detentore ha le conoscenze e le abilità, riconosciute dallo Stato, per effettuare ricerca in quel campo. Ciononostante, pur essendo ampiamente tenuto in considerazione all'interno delle aziende ed enti di ricerca stranieri, in Italia è raramente conosciuto nelle aziende mentre è vessato dalla burocrazia dei concorsi nelle università e enti di ricerca. Difatti il titolo di dottore di ricerca non dà più diritto a 10 punti ai concorsi per ricercatore universitario ma viene valutato a discrezione della commissione (l'articolo 54 del DPR 382/80 che giustificava la circolare ministeriale n. 2688 del 28.7.89 "Ripartizione punteggi e valutazione del titolo di dottore di ricerca" è stato abrogato dal regolamento ministeriale del 19 ottobre1998 richiamato dalla legge n. 210 del 3 luglio 1998). Il titolo di dottore di ricerca dà diritto però a punti in concorsi pubblici secondo quanto stabilito dai ministeri competenti (per ora non hanno stabilito assolutamente nulla).

DOM. A cosa serve la tesi di dottorato?
RIS. Essa è innanzitutto il sunto di vari anni di ricerca e sarà richiesta per eventuali posizioni di ricerca all'estero (per questo è importante, per certe materie, scriverla in lingua straniera). Dal punto di vista burocratico la tesi di dottorato, pur non essendo una pubblicazione, è considerata un titolo ai fini dei concorsi (fonte: dirigente MURST comunicazione orale all'ADI), anche se per taluni resta una pubblicazione. Per quanto riguarda il famigerato art. 1 del decreto legislativo luogotenenziale 660 del 31/8/45 , l'obbligo di consegna copie alla procura e alla prefettura (commissariato del governo per le provincie autonome) sussiste anche per la tesi di dottorato, se stampata, ma talvolta se ne occupa direttamente l'università; quindi consigliamo, solo per chi vorrà presentare la tesi come pubblicazione nei concorsi, di chiedere all'università se ha consegnato copie in pretura e prefettura e eventualmente provvedere di persona.

DOM. Come posso intraprendere un dottorato all'estero?
RIS. In generale il problema di intraprendere il dottorato all'estero si può dividere in due parti. Per prima cosa bisogna fare domanda ad un dipartimento (o ad un professore) perché vi accolga. Una ricerca su Internet può essere la soluzione più veloce per avere indirizzi e dettagli sull'iter burocratico. Una via più tradizionale consiste nel cercare nomi e indirizzi sugli articoli usati nella bibliografia della tesi. Si può anche scrivere all'ambasciata del paese prescelto per avere gli indirizzi dei dipartimenti che interessano. Una volta ottenuto l'assenso, occorre trovare i mezzi di sostentamento. Probabilmente il vostro futuro tutore saprà darvi delle dritte a riguardo. In molti paesi si può diventare assistenti e guadagnarsi il pane insegnando. Esistono borse del ministero degli esteri (l'elenco è attualmente consultabile presso http://www.esteri.it/opportu/index.htm ). Le università stesse possono a volte offrire finanziamenti. Inoltre molti enti di ricerca e fondazioni caritative offrono borse di studio per dottorati di ricerca. Conviene iniziare a muoversi molti mesi in anticipo.

DOM. Il dottorando è uno studente?
RIS. Certamente. Il DdR è un corso di studi e pertanto il dottorando è uno studente. In base al decreto ministeriale del 9 aprile 2001 il dottorando ha diritto ai medesimi servizi (posto alloggio, contributi allo studio) che spettano agli studenti dei corsi di laurea.

DOM. Chi ha diritto ad una borsa?
RIS. Chi ha vinto nel concorso un posto coperto da borsa, è cittadino dell'Unione Europea, e non ha mai usufruito di una borsa di studio analoga in passato e soddisfi i requisiti di reddito stabiliti dal singolo bando e dal regolamento della sede amministrativa del dottorato. Vincere un posto senza borsa implica il dover pagare dei contributi per accesso e frequenza ai corsi, che tipicamente oscillano da zero a tremilioni all'anno. In base all'art. 4 della legge 3 luglio 1998 l'ammontare di questi contributi deve essere scritto nel bando di concorso. Recentemente alcuni bandi hanno allargato la possibilità di percepire la borsa anche ai cittadini extracomunitari. Spesso le università incominciano a pagare la borsa soltanto dopo che il dottorando ha aperto una posizione all'INPS per ricevere i contributi. I titolari di assegni di ricerca spesso (dipende dal regolamento locale) non hanno diritto alla borsa.

DOM. Può essere cumulata con altre?
RIS. Essa (legge 398/1989) non può essere cumulata con altre borse di studio a qualsiasi titolo conferite tranne con quelle concesse da istituzioni nazionali o straniere utili ad integrare, con soggiorni all'estero, l'attività di formazione o di ricerca dei borsisti. Molti regolamenti locali ne vietano il cumulo anche con gli assegni di ricerca.

DOM. Il dottorando senza borsa è tenuto all'obbligo di frequenza ?
RIS. Il dottorando senza borsa ha gli stessi identici obblighi del dottorando con la borsa. Anch'egli è tenuto alla frequenza, agli esami e all'attività di ricerca come stabilito dal proprio Collegio Docenti. Se vuole può provare a chiedere al Collegio Docenti, tramite il coordinatore o il proprio tutore (se esiste), di essere clemente nei confronti delle sue assenze. Ricordiamo che il dottorando senza borsa dove pagare dei contributi per accesso e frequenza ai corsi, che tipicamente oscillano da zero a tremilioni all'anno. In base all'art. 4 della legge 3 luglio 1998 l'ammontare di questi contributi deve essere scritto nel bando di concorso. Questa norma tipicamente non si estende ai dottorandi con borsa che non ne usufruiscono per l'anno in corso in quanto superano il reddito massimo.

DOM. Il dottorando con borsa finanziata da enti privati ha gli stessi diritti e doveri ?
RIS. Sì, perché non esistono dottorandi con borsa finanziata. L'art. 4 della legge 3 luglio 1998 e l'art. 7 del decreto miniteriale 224 del 30 aprile 1999 parlano sempre di "finanziamento agli oneri" diretto all'università. Pertanto tutte le borse di DdR sono erogate direttamente dall'università e l'ente si può limitare a contribuire agli oneri senza alcun rapporto con il dottorando. Al massimo l'università può bandire un intero dottorato finanziato inserendo nel bando precisi obblighi a cui quei dottorandi devono sottostare.

DOM. Cosa sono fondi per il dottorato di ricerca?
RIS. Ogni anno il Consiglio di Amministrazione delle singole Università assegna ai vari corsi di DdR dei fondi, che vengono gestiti dai coordinatori di DdR. La loro entità varia molto da corso a corso, anche all'interno dello stesso Ateneo.

DOM. Come possono essere impiegati?
RIS. Principalmente per le spese di missione dei dottorandi: viaggi, pernottamenti, iscrizioni a congressi e scuole. Ma anche per altri scopi, come ad esempio l'invito di studiosi esterni a tenere seminari ritenuti utili per i dottorandi. Purtroppo sull'utilità di questi seminari assai costosi viene troppo raramente sentita l'opinione dei dottorandi stessi. In generale è abbastanza difficile essere bene informati sia sulla reale entità dei fondi che sul loro impiego. Pare che in alcune sedi vengano usati per spese come segreteria e bollette telefoniche. Ai fondi di dottorato hanno diritto, a meno che non sia stabilito diversamente dal regolamento locale, anche i dottorandi che non percepiscono la borsa.

DOM. Per quanto tempo posso viaggiare?
RIS. È previsto che i dottorandi possano trascorrere dei periodi prolungati di studio o di ricerca presso enti italiani o stranieri, se sono utili per lo sviluppo del proprio tema di ricerca. Possono restare ufficialmente all'estero per un periodo complessivo massimo pari alla metà della durata del DdR. Per es. se il mio DdR dura tre anni posso passare un anno e mezzo presso una università inglese oppure tre mesi in America, cinque in Germania e dieci in Polonia (totale 18 mesi). Questo vale ovviamente anche per i dottorandi che non percepiscono la borsa.

DOM. Quando posso partire?
RIS. In linea di principio in qualunque momento durante il corso del DdR. In pratica in alcune sedi il collegio dei docenti può aver deliberato che, per esempio, i dottorandi non possano partire per motivi di ricerca durante il primo anno perchè devono seguire dei corsi. Tipicamente si parte negli anni successivi al primo.

DOM. Che tipo di aiuti economici posso avere in questo periodo?
RIS. Si ha diritto all'aumento del cinquanta percento della borsa, se la percepivi, se la permanenza è all'estero. L'aumento viene corrisposto al ritorno in sede. Si può inoltre ottenere che il viaggio ed altre spese vengano coperti attingendo ai fondi di DdR. Infine in questo caso, e solo in questo caso, si può cumulare la propria borsa di studio con altre borse di studio integrative bandite da enti sia italiani che stranieri proprio per questo scopo. Inoltre, in base all'articolo 10 del decreto ministeriale del 9 aprile 2001 il dottorando, anche senza borsa, ha diritto ai medesimi fondi per la mobilità internazionale che spettano agli studenti.

DOM. Posso sicuramente sospendere il DdR per maternità?
RIS. Certamente. Secondo la circolare 3 maggio 1994 e il parere del Consiglio di Stato, seconda sezione del 29/1/1992 n. 1173/91 il DdR può essere congelato in caso di maternità. Il congelamento può essere per periodi variabili anche meno di un anno Oppure si può aspettare il momento della consegna della tesi e chiedere il prolungamento a titolo gratuito senza borsa per malattia, caso fortuito o forza maggiore. Quest'ultima scelta può essere conveniente per la maternità: si chiede al collegio dei docenti di restare a casa sei mesi senza perdere la borsa e se poi alla fine del DdR a causa dei sei mesi persi non si riesce a consegnare la tesi, si può chiedere il prolungamento di un anno. Qualora la sede amministrativa faccia problemi a sospendere il dottorato per maternità, potete fare riferimento al protocollo n. 2893 del 14 ottobre 1996 emesso dal Dipartimento Istruz. Univ. Ufficio V avente per oggetto: "Congelamento per maternità di un anno di Dottorato di Ricerca" in risposta alla domanda inoltrata da Raffaella Schneider (XI ciclo di DdR in fisica, università "La Sapienza"). Le dottorande hanno diritto ad un assegno di parto fino a 1788,13 Euro (cifra del 2000) se risultano accreditate da nove a dodici mensilità di contributi (vedi sito INPS).

DOM. Il dottorando può lavorare?
RIS. Al dottorando è concessa ogni attività lavorativa, in base a numerose sentenze, purché compatibile con l'attività prevista dal proprio Collegio Docenti. Invece, in base all'art. 8 della circolare ministeriale 357 del 1986 "una seria ed elevata formazione scientifica è talmente impegnativa ed assorbente da impedire, di fatto, una contestuale attività lavorativa". Fortunatamente questa circolare viene regolarmente disattesa e addirittura la legge 398/89 ha abrogato l'articolo 79 del dpr 382/80 che vietava le attività professionali e le consulenze. La legge 210/98 prevede anche implicitamente la possibilità di venire pagati per l'attività didattica. In pratica al dottorando che lavora basta assicurare la presenza secondo quanto richiesto dal collegio docenti senza dover informare nessuno. Se però non riesce a frequentare come richiesto, allora l'unica via per non vedersi escluso dal dottorato alla fine dell'anno è quella di mettersi daccordo con il collegio docenti. Attenzione al reddito per non perdere la borsa (vedi sezione sulla borsa).

DOM. Posso insegnare all'università?
RIS. Grazie alla legge 210/98 i dottorandi possono insegnare ufficialmente nelle università a patto che lo facciano "senza oneri per lo stato". Sempre in base alla medesima legge, questa attività didattica è facoltativa. A che titolo i dottorandi insegnino dipende dal regolamento dell'università: alcune sedi stipulano un contratto di prestazione occasionale di lavoro autonomo, altre un contratto di collaborazione coordinata e continuativa e altre pretendono l'insegnamento dei dottorandi a titolo gratuito. Di solito il dottorando fa lezioni integrative del corso oppure fa il "cultore della materia", quello che gli studenti chiamano assistente e che ogni tanto fanno anche i ricercatori.

DOM. Qual è la legislazione che regola il dottorato di ricerca?
RIS. Una raccolta abbastanza completa è reperibile sul sito http://www.dottorato.it, da cui sono state tratte parte di queste faq.

Ultimo aggiornamento: 01-12-2014 - 16:23