Rassegna stampa: Cinque dottorande in Architettura in carcere per ridisegnare gli spazi
Il ministero ha chiesto aiuto agli atenei di Udine e Trieste: servono luoghi per i detenuti in semilibertà
Fra qualche settimana, cinque giovani architette delle università di Udine e Trieste, entreranno in carcere per studiare il possibile riutilizzo degli spazi dismessi.
Le cinque dottorande in Ingegneria civile ambientale e architettura, Linda Roveredo, Ambra Pecile, Patrizia Cannas, Martina Di Prisco e Valentina Rodani rileveranno le superfici tenendo conto delle esigenze dei detenuti. Si tratta di 1.200 metri quadrati distribuiti all’interno di un’ex caserma adiacente al penitenziario e di alcuni sottotetti mai utilizzati finora.
Dal punto di vista didattico l’iniziativa viene classificata come un workshop – “La città costretta: un progetto di trasformazione del carcere di Udine” è il suo titolo –, mentre dal punto di vista pratico vuole essere un contributo tecnico per ridare dignità a un luogo dove che da anni attende una ristrutturazione.
L'articolo completo al seguente link: