Ivan Antić e le relazioni tra Serbia, Italia e Friuli Venezia Giulia nell'architettura del secondo Novecento
Si svolgerà dall’8 al 15 maggio a Gorizia presso il Polo dell’Università degli Studi di Trieste di via d’Alviano 18 una mostra dal titolo Architettònica: Ivan Antić architetto (1923-2005), per ricordare un protagonista dell’architettura in Serbia del secondo Novecento a vent’anni dalla morte. Presso l’Aula Magna della stessa struttura universitaria il 13 maggio alle ore 17 avrà luogo invece una conferenza dal titolo Ivan Antić e le relazioni tra Serbia, Italia e Friuli Venezia Giulia nell’architettura del secondo Novecento.
Ivan Antić (Belgrado, 3 dicembre 1923 - 25 novembre 2005), di madre italiana e padre serbo, è stato un architetto e accademico considerato uno tra i migliori e più prolifici progettisti nella Jugoslavia del dopoguerra. Egli lavorò alla realizzazione di svariati interventi, alcuni concretizzati con la collega Ivanka Raspopović. La molteplicità delle sue opere, che hanno saputo guadagnarsi numerosi premi e riconoscimenti, include un gran numero di realizzazioni e progetti, alcuni dei quali considerati capolavori dell’architettura serba più recente. Fra questi diversi interventi quali il Museo d’Arte Contemporanea a Novi Beograd (Ušće, 1960-1965 - con Ivanka Raspopović), il Memoriale “21 ottobre” a Kragujevać (Šumarice, 1968-1975 - con Ivanka Raspopović) e il Centro sportivo-ricreativo “25 maggio” di Belgrado (1971-1973) hanno assunto un valore iconico e paradigmatico per comprendere la rilevanza di una stagione irripetibile dell’architettura in Serbia, quella del secondo Novecento.
La proposta espositiva intende mettere in evidenza i rapporti e le relazioni tra Ivan Antić, le sue origini italiane, l’architettura funzionalista italiana e gli architetti attivi in Friuli Venezia Giulia nel secondo dopoguerra a lui contemporanei (Gino Valle, Giovanni Donadon, Adalberto Burelli, Dino Tamburini e Roberto Costa fra questi).
Il dibattito disciplinare animato già dalla fine degli anni Sessanta da Alberto Mambriani con il suo volume intitolato L’architettura moderna nei paesi balcanici (Bologna, 1970), presentò ai lettori il dirompente progetto del Museo di Arte Contemporanea di Belgrado di Ivan Antiće Ivanka Raspopović (1960-1965), dedicando a questo lavoro ampio spazio. Un episodio che si dimostrò rilevante e che animò il dibattito in Italia e nella nostra regione in quegli anni rispetto alle nuove tendenze architettoniche che in particolare si stavano attuando nell’allora Jugoslavia. Condizionato dalla contrapposizione ideologica del periodo, questo fatto rappresentava tuttavia la straordinaria testimonianza della vivacità che animava il confronto disciplinare del tempo, sia italiano sia internazionale, dimostrando tutta l’importanza che veniva assegnata alle emergenti espressioni architettoniche e alle prospettive per una nuova urbanità che i progettisti in Serbia stavano proponendo nelle innovative soluzioni per Novi Beograd, tema a cui il libro dedicava particolare attenzione. Questo fatto ebbe riflessi importanti anche nella nostra regione, così prossima al confine orientale. Mediate dalle tendenze internazionali in atto, le inedite realizzazioni ebbero certamente risonanza e riflessi anche in Friuli Venezia Giulia, ove il dibattito architettonico era alla ricerca di un equilibrio fra le tensioni lecorbuseriane e l’individuazione di una via verso un nuovo regionalismo che tuttavia in Friuli dalla nascita del Neorealismo architettonico, quale reazione nazionale al Movimento Moderno e i cui maestri riconosciuti saranno Mario Ridolfi, Carlo Aymonino, Ludovico Quaroni e Giovanni Michelucci, fece seguito l’urgente stagione della ricostruzione dopo il terremoto del 1976.
Il catalogo della mostra che verrà presentato a Gorizia il 13 maggio 2025 e che contiene testi di Dijana Milasinović Marić, Igor Marić e Paolo Tomasella,ricorderà il professionista a vent’anni dalla morte (2005) e a cinquant’anni dall’unica mostra antologica sulla sua attività che si svolse a Belgrado nel 1975. Il volume rappresenta anche la prima monografia dedicata all’architetto realizzata fino ad ora in Italia.
