Rehuman, riparare l’umano

a cura di Giuseppina Scavuzzo, Sergio Pratali Maffei, Gianfranco Guaragna                                      

Premessa

La sede del corso di Laurea in Architettura dell’Università di Trieste si trova a poca distanza da un luogo importante e a lungo dimenticato:  il complesso dell’ex manicomio, oggi Parco Basaglia. Nel dopoguerra, quando la città viene divisa in due tra Italia e Jugoslavia, la frontiera viene a coincidere con uno dei muri del manicomio. Molti degli internati, che provenivano da territori passati alla Jugoslavia, vengono dichiarati “apolidi”.

È in questo luogo che comincia il lavoro di Franco Basaglia per il riconoscimento dei diritti delle persone con disturbi mentali che porterà alla legge 180 di cui si è appena celebrato il quarantennale.  La rivoluzione iniziata qui avrà una parte importante nella lotta per i diritti civili ma è una storia di negoziazioni tra limiti fisici, soglie, diritti negati e acquisiti, e soprattutto negoziazione con l’altro: il matto, l’alienato, lo straniero, il diseredato.

L’intervento su preesistenze così controverse mette in gioco la capacità dell’architettura di porre, oggi, questioni complesse e aperte attraverso il progetto. Ripensando luoghi la cui storia d’uso, nella forma dell’istituzione manicomiale, è cessata, chiusa nel segno dei diritti conquistati e della politica; dei luoghi, tuttavia, che l’architettura deve aprire alla comunità a garanzia di diritti acquisiti, nella pratica di una politica dello spazio, della sua storia e del suo possibile futuro.

Il corso di laurea lavora da alcuni anni sul parco Basaglia, sia con i corsi di progettazione architettonica e di  restauro, sia cercando un'interazione con le parti sociali (associazioni e cooperative che lavorano nel parco, oggi solo in parte utilizzato), enti proprietari (Azienda sanitaria e Regione) e altre istituzioni di ricerca.

Si è ritenuto fosse importante mantenere e ampliare l'attenzione anche internazionale su questo luogo, per le questioni di cui luogo è emblematico, proponendolo alla riflessione di docenti che possano offrire un altro punto di vista, altre interpretazioni e nuove prospettive.

Circa la metà degli studenti che avranno accesso al workshop conosce già il parco, e questo rende possibile affrontarne la complessità anche nel tempo concentrato dei wip.

Temi

Abbiamo individuato, e proponiamo ai docenti ospiti, tre temi possibili per i workshop:

1. Memoria. Tema legato alle vicende storiche che il parco ha ospitato e che possono essere raccontate attraverso:

progetti di allestimento (interni di padiglioni), istallazioni (nel parco), un nuovo ingresso.

2. Confini. Tema legato all’adiacenza dell’area al confine e all’attualità di progetti legati alle migrazioni e all’accoglienza in prossimità delle frontiere.

3. Riuso. Tema legato alla volontà degli enti proprietari del parco di individuare nuove pratiche d’uso che favoriscano l’utilizzo del parco da parte dei cittadini e modi di conservazione della memoria inscritta anche nelle architetture de complesso.

Informazioni pratiche

I Workshop integrati di progettazione 2019 si terranno presso la sede universitaria di Gorizia, via Alviano 18, dal 3 al 7 giugno. Sono esperienze di progettazione intensiva e coinvolgono gli studenti dei primi quattro anni di corso divisi in gruppi misti di circa 35 persone.

I docenti ospiti terranno una comunicazione nel seminario che darà avvio all’evento presentando la propria attività e la loro interpretazione dei temi proposti.

In chiusura del seminario di apertura, che prevede anche interventi di docenti del corso di laurea, gli studenti che intendono frequentare il workshop esprimeranno la loro preferenza tra i docenti ospiti.

Gli studenti verranno assegnati ai tre wip in base alla preferenza espressa e alla propria media ponderata, al fine di mantenere una distribuzione numericamente equilibrata di studenti tra i workshop.